giovedì 31 dicembre 2020

Il ragazzo che giocava guardando le stelle

 


Giancarlo Antognoni
nasce a Marsciano in provincia di Perugia il 1º aprile 1954. Da piccolo Giancarlo è tifoso rossonero, milanista, ammiratore di Rivera: «Era il mio idolo; a Perugia mio papà gestiva un bar che era anche la sede di un Milan Club, da ragazzino sognavo di giocare lì». Gi inizi sono alla Juventina Perugina, poi venne preso in comproprietà tra l’Asti Ma.Co.Bi. (dove rimase a farsi le ossa) e il Torino, con cui giocò un’ amichevole il 30 aprile 1972. Quando nell’estate del ’72 gli chiesero di trasferirsi al Torino rifiutò, preferendo la Fiorentina che rilevò il cartellino per 435 milioni di lire dell'epoca.

La storia in viola

L’esordio in maglia viola in Serie A è a 18 anni, il 15 ottobre del 1972 in una vittoria dei toscani per 2-1 sul campo del Verona; Antognoni scese in campo con la maglia n. 8, venendo elogiato il giorno dopo dal Corriere dello Sport che, nel titolo del resoconto della gara, lo definì «un giovanissimo Rivera» protagonista di un esaltante primo tempo. Negli anni 1970 e per metà degli anni 1980 ereditò da Brizi e da Ennio Pellegrini la fascia di capitano dei gigliati. La storia in maglia viola di Antognoni è nota a tutti: un amore viscerale per la città, una fedeltà assoluta alla maglia, una simbiosi d’amore con la tifoseria. La carriera ci racconta periodi difficili, a fine anni settanta col rischio di retrocedere, ad anni in cui, sotto la gestione Pontello, lo scudetto era lì ad un passo. Ad un punto.

In un’intervista Giancarlo disse: «Quel campionato perduto grida ancora vendetta. Arrivammo a un punto dalla Juve: all'ultima giornata a Cagliari ci annullarono un gol regolare di Graziani, mentre la Juve vinse a Catanzaro con un rigore, che c'era... Forse non doveva finire con uno spareggio perché c'era il Mondiale che incombeva e in nazionale eravamo in cinque della Fiorentina e in sette-otto della Juve.»

Gli infortuni

L’amore dei tifosi viola si riversò su questo fuoriclasse, tanto grande tecnicamente quanto sfortunato, che con la maglia gigliata subì dei gravissimi infortuni, tanto da rischiare seriamente la vita sul campo: il 22 novembre 1981 in uno scontro di gioco con il portiere del Genoa, Silvano Martina, riportò una frattura alle ossa craniche: venne aiutato dal pronto intervento del medico sociale rossoblù, il prof. Pierluigi Gatto, il quale con la collaborazione di Ennio Raveggi, massaggiatore dei viola, riattivò le funzioni respiratorie del giocatore.

Tre anni dopo fu uno scontro con Luca Pellegrini della Sampdoria a causargli la frattura scomposta di tibia e perone della gamba destra e ad allontanarlo per molti mesi dai rettangoli di gioco: saltò l'intera stagione 1984-1985 per tornare solo a novembre dell'85. Nell'annata 1986-1987, assieme a Ramón Díaz, Antognoni guidò la Fiorentina a una difficile salvezza in campionato: vittima di un nuovo infortunio in Coppa Italia alla fine della stagione precedente, Antognoni, sotto la guida di Eugenio Bersellini, esordì solo sul finire del girone d'andata, nella gara interna persa contro l'Inter: in tutto 19 presenze e 4 reti, di cui una su punizione al Napoli. Segnò l'ultima rete in maglia viola all'Empoli nell'aprile dell'87.

Le statistiche

Dal 1972 al 1987, l’Unico 10 ha collezionato in maglia gigliata tra le varie competizioni 429 presenze con 72 gol. Le vittorie purtroppo si limitarono a una Coppa Italia del 1975 conquistata nella finale di Roma contro il Milan, e la Coppa di Lega Italo-Inglese contro il West Ham Utd. Antognoni racconta però che l’amore di Firenze nei suoi confronti, tangibile ora più che mai, vale più dei tanti scudetti che avrebbe potuto vincere altrove. In Italia nonostante le avance delle squadre più forti di quei anni non vestì nessuna altra casacca, si trasferì per finire la carriera a Losanna, in Svizzera per un paio di stagioni. Lunga è stata anche la sua carriera in azzurro, 73 presenze e 7 reti, con la partecipazione a 2 Mondiali e la vittoria in quel di Spagna ’82.

Per l'attacco viola una girandola di nomi: ma sono quelli giusti?

 La Fiorentina si affaccia al mercato in cerca di un attaccante, questo è risaputo. I quotidiani in edicola riportano tante indiscrezioni e voci: ma siamo sicuri che siano i nomi giusti per crescere? Cutrone certamente lascerà la Viola, per lui la destinazione Benevento pare quella più probabile, con il suo mito Inzaghi potrebbe trovare la continuità sperata. Lo stessso Kouamé potrebbe già cambiare aria: il post infortunio non lo ha reso ancora pienamente in condizione, andare a giocare con continuità in prestito potrebbe riportarlo a Firenze più forte. Si parla di uno scambio alla pari, probabilmente di prestito, con lo Spezia con Nzola, una prima punta che in questo inizio di stagione ha già segnato 7 reti. L'ivoriano potrebbe però cambiare definitivamente maglia se dalla Premier arrivasse un'offerta sui 15 milioni. Milioni che servirebbero a quanto riportano i media rumeni per portare a Firenze Dennis Man, caldeggiato da Mutu alla Fiorentina. Man è un esterno sinistro tutto velocità e tecnica con un buon feeling con la rete. Becali, patron della Steaua Bucarest, ha affermato che la Viola ha offerto 12 milioni, ma lui ne vuole 14. La decisione nei prossimi giorni.

Gli altri nomi sul taccuino di Pradè sono quelli di Caceido, per costi ed esperienza, forse il più interessante e vicino alla maglia viola, di Lasagna e di Roberto Inglese, nomi che ciclicamente tornano in orbita viola. Nomi che andrebbe a rimpolpare la rosa viola viste le partenze, ma che non sembrano in grado di far fare il salto decisivo.

mercoledì 30 dicembre 2020

Fiorentina, tra campo e mercato


Dopo la sosta per le festività natalizie, domenica al Franchi alle ore 15 la Fiorentina affronta il Bologna nella 137a edizione del Derby dell'Appennino. Partita che nel corso degli anni per via della classifica di entrambe le formazioni ha perso molto del suo prestigio e fascino. La scorsa stagione, a fine luglio, forse si vide una delle rare belle prestazioni gigliate: un rotondo 4-0 con tripletta di Chiesa e rete di Milenkovic.

Domenica la Fiorentina sarà chiamata ad alimentare con la prestazione e soprattutto i punti le note positive viste nella gara contro la Juventus: Prandelli contro il felsinei dovrebbe mantenere il 3-5-2, con qualche modifica. Sicuramente cambieranno gli esterni, Biraghi è squalificato e sulla mancina dovrebbe trovare posto Barreca, mentre a destra è probabile l'inserimento di Venuti più che Lirola. Caceres dovrebbe ritrovar posto in marcatura in luogo di Igor. Per il resto Borja Valero quasi certamente verrà riproposto in regia con Ambarat e Castrovilli al fianco. In avanti Ribery a suggerige Vlahovic.

Caceido il favorito

Per quel che riguarda la punta, oltre ad esser tirato in ballo un asse di mercato col Torino, il nome di Caceido è sicuramente quello più probabile. L'arrivo di Muriqi alla Lazio ha alimentato ancora di più il desiderio del Panteron di cambiare aria. Cinque reti – pesanti – con i biancocelesti non avrebbero fatto cambiare il suo desiderio di partire per altri lidi e Firenze parrebbe piazza gradita anche per la sua famiglia. Con un esborso fra i 5 e i 7 milioni il presidente Lotito lo farebbe partire. Potrebbe essere il giocatore giusto per giocare in coppia con Vlahovic o da alternativa.

Foto ad acffiorentina.com

lunedì 28 dicembre 2020

Il mercato viola: le prime indiscrezioni

 


Il mercato invernale è pronto ad aprire i battenti, la Fiorentina e Prandelli non vogliono farsi trovare impreparati: a gennaio ci saranno tante partite e sarebbe molto importante mettere a segno presto i colpi programmati. La punta è sicuramente il primo ruolo che i viola andranno alla ricerca sul mercato: i pochi gol, l'inesperienza degli elementi in rosa sono stati fattori importanti in questo inizio di campionato claudicante dei viola. Lo stesso Vlahovic, in rete nelle ultime gare e che gode della fiducia di Prandelli, non è un vera prima punta: ama girare al largo dall'area di rigore e partire fronte alla porta.

Cutrone è praticamente sicuro di lasciare la Fiorentina dopo nemmeno un anno e 4 reti in maglia viola, per lui ci sono le sirene da mezza Serie A: Napoli, Sampdoria, Genoa, Bologna, Parma e Benevento si sono fatte sentire con l'agente per capire il futuro del ragazzo che interromperà il prestito con la Viola. A sorpresa potrebbe salutare anche Kouamè, il Crystal Palace potrebbe bussare alla porta del ragazzo ivoriano: se gli inglesi mettessero sul piatto 15 milioni la Fiorentina probabilmente cederebbe.

Le soluzioni per l'attacco

I nomi sono tanti: da Caceido a Scamacca, da Piatek a Milik, da El Shaarawy a Pavoletti, fino ad Alario, probabilmente il nome tecnicamente più interessante per poter essere funzionale con Vlahovic nell'attacco viola.

A centrocampo

Prandelli potrebbe, come Iachini in precedenza, un regista per il proprio centrocampo o comunque un uomo d'ordine. Duncan potrebbe lasciare la Fiorentina, ma anche Pulgar è al centro del mercato: il Leeds e il Torino sono tornati a chiedere informazioni su di lui. Per sostituire i partenti
si pensa a Radja Nainggolan, ma prima bisognerà capire cosa intenderà fare l'Inter, che analizzerà ogni tipo di offerta. Prima di arrivare a un possibile prestito del belga, dinque, ne passerà di tempo. Intanto Pradè continua a sondare il terreno per due sue pallini fissi: Praet e Torreira. Per arrivare a questi due giocatori, la Fiorentina dovrà sedersi al tavolo con la prospettiva di mettere a bilancio, a fine stagione, degli investimenti piuttosto onerosi. Di fatto, serve il via libera di Commisso prima di aprire qualsiasi trattativa. Un altro nome è quello di Demme del Napoli, accostato alla Fiorentina, prima di arrivare sotto il Vesuvio, ora avendo meno spazio potrebbe accettare la corte viola.


foto da acffiorentina.com


giovedì 24 dicembre 2020

Autostima e consapevolezza

 


La magica serata dell'Allianz Stadium non ha portato in dote alla Fiorentina solamente tre punti pesantissimi, punti d'oro, ma anche tanta autostima e una sperabile consapevolezza che questa squadra può dare, può fare molto di più di quanto fatto vedere in questo 2020.

 La spettacolare vittoria per 3-0 in casa della Juventus regala a Prandelli un'altra soddisfazione personale: è il primo allenatore viola nella storia a vincere sul campo dei bianconeri per due volte, l'altra fu il 2 marzo 2008 per 3-2 con reti di Gobbi, Papa Waigo e Osvaldo al novantesimo.

La serata di Torino è stata una magnifica sorpresa: nessuno se l'aspettava, le scelte di Prandelli (Caceres lungo la fascia e Borja nel mezzo) sembravano troppo conservative, ma il tecnico di Orzinuovi ha lavorato soprattutto sulla testa dei propri giocatori, riuscendo a tirare fuori nella notte più importante il carattere che troppo spesso è mancato. Ora anche i giocatori stessi sanno di cosa possono essere capaci, lo stesso spirito ora dovrà essere riversato nel proseguio della stagione perché la notte di Torino per quanto meravigliosa non resti sola.

 

foto da sport.sky.it

martedì 22 dicembre 2020

Fiorentina, notte da regina!


Una gioia! Finalmente una gioia per i tifosi della Fiorentina!
Contro la rivale storica i ragazzi di Prandelli sfoggiano la partita perfetta: cuore, agonismo e lucidità sono le caratteristiche che regalano ai gigliati l'impresa di vincere 3-0 in casa della Juventus, cosa mai accaduta in Serie A per i bianconeri all'Allianz Stadium. Una partita che ha visto scendere i viola in campo con il piglio giusto e con lucidtà dopo 3 minuti su assist magnifico di Ribery, Vlahovic si è involato verso la porta bianconera saltando con un cucchiaio Szczęsny in uscita. Aggressiva in ogni parte del campo la Fiorentina mette in difficoltà la Juve che dà segni di nervosismo che si esplicano con il fallaccio di Cuadrado su Castrovilli, con annessa esplusione. La Fiorentina si trova a gestire la gara in vantaggio di un gol e in superiorità numerica. Occasioni ce ne saranno da una parte e dall'altra, la Juve si lamenterà per un paio di episodi dubbi in area viola, ma non potrà fermare l'uno-due nel finale con l'autogol di Alex Sandro e il gol del magnifico ex Caceres, che renderanno la notte di Torino il più bel regalo di Natale ai cuori viola. 

 Pagelle viola 

Dragowski 6,5 - Il portiere polacco è chiamato ad una uscita tempestiva su Ronaldo su retropassaggio di Milenkovic, per il resto quasi ordinaria amministrazione. 

 Caceres 8 - Inserimento quasi a sorpresa di Prandelli lungo tutta la fascia: risponde ad un inizio di campionato balbettante con una prestazione super. Decisivo in difesa e in attacco, con la perla del 3-0. Milenkovic 6 - Il retropassaggio a metà primo tempo rischia di rovinare la serata, poi sbaglia molto meno, la solita roccia. 

Pezzella 7 - Guida la difesa viola e alza il pressing, pronto a lanciarsi in avanti. Seratona! 

 Igor 6,5 - Prandelli punta su di lui, è la prima alternativa ai titolari, e partita dopo partita acquisisce sicurezza. 

Biraghi 7 - Partita lucida, quando c'è da difendere lo fa con attenzione. Nel finale dal fondo da due cross escono due reti viola. (dall'83' Venuti s.v.) 

Amrabat 7,5 - Eccolo il giocatore che la Viola aspettava: già nelle ultime gare si è vista una crescita. Contro la mediana bianconera sembrava ce ne fossero due in campo. 

 Borja Valero 6,5 - A sorpresa in campo, fa girare con lucidità e tecnica la squadra per un'ora. Ad inizio ripresa rischia un secondo giallo e Prandelli preferisce cambiarlo. (dal 53' Pulgar 6 - La partita pare già indirizzata quando entra, offre maggior fisicità alla squadra). 

Castrovilli 6 - Ha l'onere di causare i falli avversari e togliergli lucidità. Non ha lampi di classe a cui aveva abituato, ma è sempre vicino ai compagni per aiutare.

 Vlahovic 7 - Al terzo gol consecutivo, questa volta vale la vittoria. Crescita continua anche nella gestione del gioco. (dal 75' Kouame 6 - Mette un po' di corsa in più rispetto al compagno nel finale: è decisivo anche nell'autogol del 2-0). 

Ribery 7,5 - L'assist inziale è fantastico, poi dispensa giocate con lucidità nella trequarti viola congelando quando serve gli attacchi bianconeri. Dispensa anche un paio di pedate. (dall'83' Bonaventura s.v.)

 foto da acffiorentina.com

domenica 20 dicembre 2020

I primi nomi del mercato viola, tra attacco e mediana

La Fiorentina, il giorno dopo il pareggio contro l'Hellas, prepara la sfida a cinque stelle contro la Juventus del fresco ex Chiesa. Mister Prandelli e i suoi ragazzi sperano di fare un regalo natalizio all'ambiente viola, al momento quasi miracoloso visto il cammino dei gigliati. Una squadra che nelle ultime gare ha trovato una continuità morale, riuscendo a riprendere due partite iniziate in svantaggio senza mollare come in precedenti occasioni, ma che dal punto di vista del gioco non riesce a fare passi concreti in positivo. Martedì la Viola sarà a Torino e poi una domenica di pausa. E quindi sarà gennaio tempo di mercato.

Nel pre-gara contro il Verona il direttore sportivo Pradè ha dichiarato che Milik e Piatek erano stati cercati in estate, ma che ora non fanno parte dei progetti viola futuri. Verità? Pretattica? Nel frattempo Prandelli ha detto che la letterina per Babbo Natale è stata vergata. Sicuramente servirà un attaccante o forse due: Cutrone è in partenza e Kouamè potrebbe seguirlo, anche se più difficile.

La Viola da tempo ha messo gli occhi su Felipe Caceido, 32 anni, prima alternativa all'attacco della Lazio: fisico, velocità e capacità di entrare subito in partita, anche in corso, sono le sue doti migliori. Lotito lo valuta 6 milioni. Tra Viola e capitolini potrebbe aprirsi il discorso anche su Duncan, visto che l'ex Sassuolo non sta trovando spazio nelle scelte di Prandelli. Se l'affare non dovesse concretizzarsi gli occhi sono stati messi anche su Graziano Pellè, anni 35, da cinque anni a svernare con contratti ipermilionari in Cina con la media di un gol ogni due gare, che si sta svincolando: su di lui anche Inter e Milan che cercano una punta di peso in alternativa a Lukaku e Ibrahimovic. Per il centrocampo viola un nome che sta tornano alla ribalta è quello di Nainggolan. Il belga, tornato all'Inter, potrebbe essere girato in prestito con diritto di riscatto, anche se l'ingaggio pesa sulle trattative, cosa che sta bloccando, per ora, un ritorno al Cagliari.

Con il Torino la Fiorentina potrebbe invece intavolare uno scambio di attaccanti: Cutrone potrebbe vestire di granata, Zaza di viola. Il Torino sarebbe disposto a rilevare il contratto dell'Under 21 azzurro dal Wolverhampton. Cairo avrebbe offerto per fare spazio a Cutrone in granata Simone Zaza alla Viola. Sia la società gigliata che il giocatore stanno facendo delle valutazioni visto che comunque il posto di prima scelta per l'ex attaccante della nazionale non sarebbe garantito neanche in riva all'Arno.

sabato 19 dicembre 2020

Vlahovic impatta anche il Verona su rigore, ma la Fiorentina non sa più vincere...

 


La Fiorentina non sa più vincere
e fa una dannata fatica a trovare il gol. Vlahovic anche stasera con freddezza toglie parzialmente le castagne dal fuoco alla compagine viola. Rispetto alla partita con il Sassuolo la Fiorentina mette in campo la stessa determinazione, ma la testa non è libera, il gioco non scorre tra i piedi del centrocampo viola e le azioni davanti scarseggiano: tolto il rigore di Dusan resta poco, un paio di colpi di testa, soprattutto quello di Milenkovic sul finire.

Fiorentina-Verona è una di quelle sfide rovinate dalla mediocrità dell'arbitro. Forneau dopo ottanta secondi fischia un rigore più che dubbio al Verona, lo stesso Var lo richiama perché rivaluti la propria posizione, ma niente, rigore sia. Da lì, la partita si innervosisce, diventa spigolosa, Forneau anche per compensare assegna falli e distribuisce ammonizioni che fanno arrabbiare; anche lo stesso rigore di Vlahovic non è così solare...

In casa viola Prandelli non è ancora riuscito a dare una quadratura alla squadra, dopo un buon primo tempo, giocato anche bene, che ha portato la viola a rimontare lo svantaggio, la ripresa ha visto il Verona grazie ai cambi ad essere più incisivo. I cambi di Prandelli invece, soprattutto Lirola e Callejon, sono stati ancora una volta deludenti. Martedì si va a giocare contro la Juventus, servirà un miracolo natalizio...

Pagelle viola

Dragowski 7 - Deve giocare soprattutto coi piedi ed è chiamato a qualche uscita volante: decisivo su Lazovic a metà ripresa.

Milenkovic 6,5 - Torna sicuro per tutta la gara, nelle ultime prestazioni qualche sbandamento lo aveva mostrato. Va vicino al gol, sfortunato.

Pezzella 6,5 - Primo tempo perfetto: Salcedo non lo preoccupa per nulla. Qualche grattacapo nella ripresa con Colley, ma l'argentino è sempre puntuale.

Igor 6,5 - Puntuale e preciso, buona partita. Prandelli ha mostrato di ritenerlo la prima alternativa difensiva.

Venuti 5,5 - Passo indietro rispetto al Sassuolo, non riesce a spingere con continuità.
(dal 60' Lirola 4,5 - Avrebbe mezz'ora per riconquistarsi il posto, visto il cambio modulo di Prandelli, ma sbaglia tutto lo sbagliabile. Dov'è rimasto il bell'esterno di Sassuolo?).

Amrabat 6,5 - Altra prova più che sufficiente per l'ex Hellas, la pecca è che forse tiene troppo il pallone per il campo prima di liberarsene.

Castrovilli 5 - Non ci siamo, un po' nervoso ma sicuramente indietro rispetto lo scorso anno: non riesce a fare nessuna giocata decisiva.
(dall'87' Cutrone s.v.)

Barreca 5,5 - Sfortunato nell'occasione del rigore, dove è chiaro il suo movimento a saltare l'attaccante gialloblu che se toccato fa una furbata che Forneau raccoglie.
(dal 60' Biraghi 5,5 - Entra quando il Verona conquista campo, lui fatica a respingere e riproporre).

Bonaventura 5 - Nervoso nel primo tempo, rischia anche il rosso, oggi a parte a corto di idee e ossigeno.
(dal 60' Callejon 4,5 - Non ci siamo. Mezz'ora di niente, se pensiamo alla differenza tra questo Callejon e Chiesa viene da piangere...).

Ribery 5,5 - Passo indietro rispetto a mercoledì. Lo spirito c'è tutto, ma non riesce mai a liberarsi e creare opportunità.
(dall'85' Borja Valero s.v.)

Vlahovic 6,5 - Altra prova da leader, non solo nel battere e segnare il rigore ma anche il continuo movimento e incitamento ai compagni. Pecca di lucidità in alcuni momenti di gioco.

venerdì 18 dicembre 2020

Avanti così!


 Prandelli invita la squadra a proseguire su quanto tracciato contro il Sassuolo: una formazione che nonostante le difficoltà, ha messo in campo spirito, voglia e corsa. Sul mercato invece c'è da aspettare Natale per capire quali regali si potrebbero scartare

In sintesi sono questi i concetti che ha ribadito il mister in conferenza stampa pre Hellas Verona, la gara che vedrà la Viola scendere in campo ancora al Franchi domani alle ore 15.

Queste le risposte ad alcune domande che gli sono state poste.

Sulla consapevolezza sulla lotta per la salvezza? 

L'atteggiamento visto col Sassuolo è stato quello di una squadra che non voleva perdere, che voleva lottare su ogni pallone, dobbiamo assolutamente continuare così.

Sul passaggio alla difesa a tre?

Ho visto nelle precedenti partite con il cambio modulo alcune incertezze, non volevo dare alibi ai giocatori e ho riproposto la linea a tre come nell'ultimo periodo hanno giocato. Sono sempre convinto che quando si parla di fase difensiva questa va fatta al meglio. Io non mi vergogno a difendere un risultato o una gara difficile. Spesso cercando il bel gioco tante squadre si sono trovate coinvolte nella lotta per la salvezza. A noi serve concentrazione. Dobbiamo mettere in campo anche domani questa determinazione.

Su Vlahovic?

Vlahovic ha vent'anni e si è preso una grossa responsabilità: vuol dire che ha gli attributi. Posso dire di essere contento di lui, speriamo continui a migliorare. Quando sono arrivato qua ho trovato tutte ottime punte: ma nel momento che io ho in mente una punta specifica io penso che Dusan abbia le caratteristiche adatte per fare la punta che voglio io. Cutrone in area di rigore è molto bravo ma al momento ho scelto Vlahovic: lo vedo sereno, mi auguro che si sia sbloccato.

Su Callejon?

Lo spagnolo è un ottimo professionista, ma è arrivato qui che non era al massimo della forma, ora sta recuperando e sta bene. Io penso non possa fare il laterale di un centrocampo a cinque, con lui dovremo disporre la mediana diversamente.

Su Ambarat e Pulgar?

Ambarat ha determinate caratteristiche, recupera tanti palloni: ogni giocatore deve migliorarsi ma per ora me lo tengo così com'è: Pulgar invece lo vedo meglio in mezzo meno da mezz'ala.

Nutre fiducia in Venuti?

Vi basti solo sapere che gli ho dato il soprannome di Jorgensen: questo vi dice tutto. 

giovedì 17 dicembre 2020

Spiragli di luce


 
Il pareggio della Fiorentina di ieri sera contro il Sassuolo lascia nell'ambiente viola qualche spiraglio di luce per il futuro. I neroverdi si sono dimostrati ancora una volta una compagine dalla capacità di gioco e organizzazione tattica molto importante, con alcune individualità sopra la media: il quinto posto in classifica con 23 punti lo testimonia in maniera evidente. Per larghi tratti il fraseggio, la tecnica dei ragazzi di De Zerbi sono stati superiori ai ragazzi gigliati, che però nonostante lo svantaggio iniziale non si sono arresi, non si sono sciolti come accaduto contro l'Atalanta o in altre occasioni.

La reazione c'è stata e per lunghi tratti i viola hanno messo sotto gli emiliani sul piano fisico e del gioco: occasioni da gol e gesti da fuoriclasse come quello di Ribery, finalmente ritrovato, che nel finale poteva regalare la vittoria.

Messaggi positivi sono arrivati anche da Vlahovic, freddissimo nel segnare un rigore che potrebbe segnare una svolta finalmente positiva della stagione. Il giovane serbo sembra godere di una fiducia completa di Prandelli e l'abbraccio tra i due dopo la rete segnata dal numero 9 non è passato inosservato.

Altro segnale importante è arrivato anche da Ambarat, che soprattutto nella ripresa ha fatto valere la propria forza fisica sia nel fare muro agli attacchi avversari che nel dare vigoria all'azione viola verso l'area avversaria.

La speranza è che il pari, il punto, sia un punto di ripartenza, questa volta per davvero, che non sia illusorio come il gol di Milenkovic al Genoa. Contro il Verona il risultato, la classifica lo chiede, non può essere diverso dalla vittoria.

In giornata è arrivato anche il messaggio di Commisso per ringraziare i tifosi nonostante il momento difficile della squadra:

"Cari tifosi, amici della Fiorentina, desidero ringraziarvi a nome di tutti noi, Mister Prandelli, la Squadra e la Società, per i continui gesti di affetto e di vicinanza che ci fate arrivare. 

Sapervi e vedervi vicino ci carica e ci aiuta, soprattutto in questo momento in cui non possiamo incontrarci di persona allo stadio. Il vostro messaggio è arrivato al cuore e alla testa di tutti noi, questo è quello di cui abbiamo bisogno. 

Bellissimi ieri sera anche i fuochi d’artificio che ci avete dedicato, i ragazzi sapevano che voi eravate a pochi passi di distanza da loro. Negatività e pessimismo che continuiamo a sentire e vedere non sono ciò di cui i nostri ragazzi hanno bisogno in un momento così critico e delicato. 

Per fortuna voi che amate la Viola, voi tifosi, il vostro pensiero e il vostro messaggio lo avete sempre detto forte e chiaro: ci siamo e vi siamo vicini. È questo l’esempio che tutti dovrebbero seguire. E noi lo sappiamo e vi ringraziamo per quanto state facendo

Grazie!" 

 

foto da acffiorentina.com

martedì 15 dicembre 2020

Prandelli: "Serve velocità e determinazione, domani ci sarà una Fiorentina diversa"


Prandelli alla vigilia di Fiorentina-Sassuolo si è presentato online attraverso il canale media della società alla stampa per presentare la gara. Sfida che mette davanti ai viola una formazione, quella da guidata da Zerbi, tecnico seguito anche dai gigliati la scorsa estate, sicuramente in forma e che gode di una buona classifica, che al momento la mette a ridosso della zona Champions.

In questo momento è più forte la rabbia di dimostrare che la Fiorentina non vale questa classifica o la paura?

Al momento la classifica dice questo. I giocatori sono convinti che possiamo uscire da questa situazione se siamo uniti. Abbiamo ricevuto imput sia dalla società che dall'esterno. Mi aspetto una Fiorentina diversa.

La scelta del ritiro: volontà della società o anche tua?

La società l'ha proposta, io e i giocatori abbiamo capito che si doveva fare così per stare più uniti, per cambiare registro.

Quanto è importante l'esperienza di alcuni giocatori? Perché Ribery e Callejon fuori?

Ora abbiamo bisogno di tutti e di tutti in condizione. Ora non vanno in campo i nomi, ma chi sta meglio. Dobbiamo dare una vivacità e fisicità maggiore. Il Sassuolo gioca bene e con concetti precisi e chiari. Dobbiamo tirare fuori tutta l'energia possibile.

Come stanno gli infortunati? Il problema dei calci piazzati?

I giocatori sono tutti recuperati, tranne Duncan. Cambieremo la disposizione sui calci piazzati.

Perchè la squadra non si è sbloccata dopo il gol di Milenkovic? 

Dobbiamo voltare pagina: reazioni, comportamenti diversi. Abbiamo provato ad agire sulle ripartenze ma spesso non riuscivamo a tenere palla.

Sul momento complicato della squadra, si aspettava questa situazione?

Le difficoltà ci sono, inutile negarlo: ma è in questi frangenti che si vedono gli uomini: la disponibilità che mi stanno dando c'è, dobbiamo trovare più convinzione. Dobbiamo essere bravi a calarci in questa nuova realtà. Ci sono state retrocessioni anche con i grandi campioni per cui è bene calarsi in una nuova realtà. Se si va a cercare le colpe, la situazione rischia di sfuggire di mano

Cosa ha chiesto alla squadra?

Voglio una viola ordinata, con linee compatte: se dobbiamo attaccare lo facciamo con rapidità, se dobbiamo difendere lo facciamo tutti.

Come mai il centrocampo è troppo lineare?

Quando la linea mediana non accorcia è perché siamo troppo schiacciati. Nessuno può risolvere sempre da solo le situazioni di campo.

Si aspetta un maggior aiuto dai giocatori più anziani?

I leader ci sono ma ora bisogna che la squadra prenda consapevolezza delle proprie difficoltà, in questi giorni i giocatori si sono esposti e hanno parlato da uomini. Domani, per questo, voglio vedere una squadra con attributi.

 

domenica 13 dicembre 2020

Qui c'è da preoccuparsi

 


Fiorentina, dal Presidente all'ultimo addetto in casa gigliata: qui c'è da preoccuparsi!

Se da Prandelli ci si aspettava un cambiamento rispetto a Iachini: un po' di gioco, un po' di cuore, un po' di orgoglio, ad ora non c'è nulla, miseramente niente! Benevento, Milan, Genoa e Atalanta sono un percorso alla meno della Fiorentina, che va via via peggiorando: un solo gol fatto (al 98' e contro la penultima in classifica...) e sette subiti. Di occasioni create, in queste quattro partite, ce ne saranno state forse tante quante le dita di una mano. Questi giocatori, anche il tanto caro Prandelli che per il momento è il soggetto meno responsabile, devono riuscire a tirare fuori qualcosa in più.

Qui si rischia di affondare: la carota deve essere messere da parte e ci vuole un po' di bastone, un bel pugno di ferro.

Intanto mercoledì sera al Franchi arriva il Sassuolo secondo in classifica, la società viola è furiosa per un'altra partita inguardabile, indegna. Da domani la Fiorentina sarà in ritiro.

venerdì 11 dicembre 2020

Prandelli si gioca il Jack?


A Bergamo ci sarà Bonaventura? Pare proprio di sì, l'ex atalantino e milanista potrebbe avere una maglia da titolare nello scacchiere di Prandelli domenica prossima. L'ottimo impatto avuto lunedì scorso nella partita contro il Genoa potrebbe avergli garantito una maglia da titolare anche contro la squadra che lo fece esordire in A.

Tenacia, capacità d'inserimento in area e di dialogo con la prima punta sono caratteristiche precipue di Jack, che ha fatto vedere in più occasioni, soprattutto nel gol (ingiustamente) annullato che poteva rendere la serata sicuramente più positiva. Contro il Genoa ha sostituito Castrovilli, uscito malconcio, ma contro l'Atalanta potrebbero giocare insieme, visto che il talento barese ha recuperato ed è tornato in gruppo.

Con Prandelli, nelle prime tre gare di campionato, Bonaventura non è mai stato scelto tra i titolari, domenica potrebbe essere utilizzato come mezz'ala, ma potrebbe essere impiegato anche nel tridente avanzato, con Ribery o Callejon destinati ad avere un turno di riposo, tenendo in considerazione che mercoledì a Firenze arriva il Sassuolo e qualche cambio in più Cesare Prandelli potrebbe farlo.

Vedremo se Prandelli per portare via punti da Bergamo calerà subito il proprio Jack!

martedì 8 dicembre 2020

Ripartire da qui!

Ripartiamo da qui. Ripartiamo da quell'urlo, da quell'abbraccio rabbioso che è scattato al minuto 98. Milenkovic spara dentro, dopo un flipper nell'area genoana il gol dell'1-1. Sembra troppo sfogare un attimo di felicità per una partita recuperata in extremis contro una delle rare squadre messe peggio della Viola, ma la sconfitta sarebbe stata catastrofica.
Ancora una volta, nonostante una ripresa dignitosa, la Fiorentina ha mostrato la propria difficoltà a trovare la via del gol. Ribery e Callejon che dovrebbero guidare per esperienza e classe la rosa viola, meriterebbero un posto in panchina. Ma chi potrebbe dare brio al posto loro? A Prandelli il difficile compito di capire...
Un centrocampo lento nel verticalizzare non permette agli attaccanti , in difficoltà già di loro, di liberarsi al tiro e le occasioni diventano merce rara.
Ora la Viola è attesa da impegni duri, difficili, Atalanta, Sassuolo, Verona, Juventus da qui a Natale sono ostacoli insormontabili se non subentra qualcosa nelle gambe, testa e cuore dei giocatori.

lunedì 7 dicembre 2020

Un punticino o possibile svolta?

 


Milenkovic salva la Viola
! Una Fiorentina che si è trovata sull’orlo del burrone della disfatta, anche immeritamente, ma al 98′ il centrale serbo con un guizzo nell’area genoana salva Prandelli. Un primo tempo inutile, contratto. Una ripresa che ha visto la Fiorentina creare azioni su azioni, ma come spesso le è successo incapace di segnare. Bonaventura è andato anche in gol, ma il VAR con una decisione incomprensibile ha negato il gol per un fallo iniziale a metà campo dello stesso ex milanista. Ad un paio di minuti dalla fine, Pjaca, chi altro?, ha segnato il più classico dei gol dell’ex. La Fiorentina sembrava affondare con tutte le sue paure, meno male Milenkovic ha lanciato il suo salvagente e  la Viola continua a respirare. Ancora una serata assolutamente sottotono di Ribery e Callejon.

Le pagelle

DRAGOWKI 6,5 – Alla fine risulta decisivo nel finale per la parata su Destro che tiene a galla la Fiornentina.

CACERES 6 – Sulla fascia destra Caceres fa il suo, in fase difensiva non soffre e prova ad offendere. Meglio rispetto alle ultime gare.

MILENKOVIC 7 – Salvagente viola. Con la rabbia butta dentro il pari sul gong finale. Lascia qualche dubbio sulla rete di Pjaca.

PEZZELLA 5,5 – Mai troppo sicuro, mai troppo preciso negli interventi. Ancora non ci siamo…

BIRAGHI 7 – Forse il migliore della Viola, il più continuo sulla sinistra: nel secondo tempo è un’arma continua.

AMRABAT 6 – Un secondo tempo efficace, tocca tanti palloni, a volte troppi. Sbaglia un gol, quasi, fatto.

PULGAR 5 – Comincia malamente, passo lento e falloso. Nel secondo tempo migliora, solo lento.

CASTROVILLI 5 – Il ragazzo subisce un colpo subito all’inizio che lo limita per il tempo in cui è rimasto in campo.

Dal 40’pt BONAVENTURA 6,5 – Entrata decisiva la sua: porta dinamismo e riempie l’area. Si trova ad interrompere un’azione da gol di Vlahovic ed è sfortunato nella leggera spinta vista dal Var.

CALLEJON 5,5Qualcosina meglio rispetto a San Siro, ma questa Fiorentina per crescere ha molto bisogno di lui.

Dal 33’st EYSSERIC 6 – Entra in campo voglioso, trova anche un tiro pericoloso.

RIBERY 4,5 – Sbaglia tutto quello che può sbagliare: non salta mai l’uomo e a volte anche castra l’azione dei compagni. Manca la forza e la lucidità.

Dal 33’st BORJA VALERO 4,5 – Ha sulla coscienza la palla persa che manda in gol Pjaca.

VLAHOVIC 6 – Strappa la sufficienza perchè si sbatte e anche crea: è anche molto sfortunato in un paio di occasioni.

Dal 33’st CUTRONE – S.v.

domenica 6 dicembre 2020

Prandelli cerca l'unità nel gruppo: fuori chi vuole andar via!

 


Cesare Prandelli si è presentato in sala stampa per presentare la delicata sfida di domani sera contro il Genoa. Entrambe le formazioni si trovano in fondo alla classifica e servono tre punti determinanti per dare la svolta ad una stagione che si preannuncia già difficile ma che potrebbe rivelarsi già a dicembre particolarmente drammatica. Ancora una volta il mister ha provato a toccare i tasti della personalità dei propri giocatori, anche in maniera dura: se c'è qualcuno che non vuole stare alla Fiorentina, se ne vada. Queste le sue parole: "Quando ho incontrato la squadra il primo giorno ho detto a tutti che voglio avere a che fare con uomini prima che con calciatori: chi pensa a se stesso, non può far parte della squadra ma non posso entrare nella testa dei calciatori. Io però non trattengo nessuno, anche se ho avuto la percezione che la squadra mi segua".

Sullo stesso Cutrone, su cui ieri il procuratore ha fatto sapere non penderà più il numero di presenze per farne scattare il riscatto obbligatorio, motivo per cui se Prandelli vorrà utilizzarlo sarà "libero" di farlo, queste le parole del mister gigliato: "E’ un giocatore della Fiorentina, durante gli allenamenti è sempre generoso e in questo momento ho scelto una punta diversa dalle sue caratteristiche. Se un giocatore è motivato deve trovare il momento giusto per entrare a partita in corso, pensare al gruppo e non solo a sé stesso. Non ho mai messo da parte nessuno, se un giocatore non vuole rimanere qua è libero di andare. Nessuno per adesso ha chiesto di andare via, qua c’è una società seria che vuole programmare e chi non si sente dentro il progetto è libero di andarsene".

Prandelli è tornato a chiedere che siano i giocatori di maggiore esperienza a prendere per mano la squadra e ha chiesto e sostegno alla società e al presidente Commisso: "La società non ha colpe se ci troviamo in questa situazione: la critica era tutta positiva su questa squadra in estate, tutto era pianificato nel modo giusto. Forse invece c'è stata troppa aspettativa e chi doveva fare il salto di qualità non lo ha fatto. Dobbiamo far sì che la critica positiva torni. Rocco è una persona che va tenuta stretta perché è arrivato qua dall'America e ha investito. Teniamocelo stretto: la mia paura è che si stanchi. Ha già messo in piedi il centro sportivo, sta lavorando per lo stadio nuovo. Siamo impazziti, vogliamo farlo andare via? Se la critica ci dev'essere, va fatta a me e alla squadra, non al club. Non voglio usare buonismo, mi assumo le mie responsabilità".

 

foto acffiorentina.com

venerdì 4 dicembre 2020

Il Dottore che colpì la vita di tacco

 


Nella stagione 1984-85, in quello che era l'Eldorado del calcio mondiale con Maradona, Platini, Zico, Falcao, arriva alla Fiorentina il "Tacco di Dio" ovvero Socrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira. Alto, elegante, Nazionale brasiliano, dotato di una classe cristallina estesa quanto il suo nome ma soprattutto... grande colpitore di tacco.

La tifoseria viola all'annuncio del suo acquisto sognò lo scudetto, anche se presto si risvegliò perché tecnicamente tradita da quello che doveva essere il suo fuoriclasse. I vizi fuori dal campo, come il fumo e la birra, minarono le sue prestazioni tecniche. Lui fu, però, anche molto altro, prima e dopo Firenze. Si laureò in medicina e fu un giocatore "politico": ai tempi della sua carriera al Corinthians introdusse l'autogestione dei giocatori, ribaltando a volte il ruolo dell'allenatore, facendo decidere ai giocatori la formazione, la dieta da seguire, e le altre situazioni legate allo spogliatoio.
Oggi ricorrono nove anni dalla morte di questo splendido campione irrisolto.  Un paio di anni fa sulle pagine de La Repubblica uscì una bella intervista di Davide Zanelli all'ultima moglie del Dottore, Katia Bagnarelli, dove si raccontavano alcuni tratti del personaggio brasiliano. Queste sono alcune domande rivolte alla Bagnarelli, autrice di Socrates Eterno, un racconto autobiografico, scritto e pubblicato per volere dello stesso Socrates, che raccontò le proprie memorie alla moglie prima di morire.

Chi era Socrates?

Socrates era una persona che si impegnava per il benessere dell'umanità, sentiva la responsabilità di essere un intermediario tra il suo popolo e le situazioni più difficili che questo popolo viveva alla ricerca di un cambiamento. Era un uomo appasionato, idealista, provocatorio, un visionario affettuoso e attento a tutte le persone che lo circondavano.

Che tipo di calciatore è stato?

Socrates è stato il giocatore più rivoluzionario di tutti i tempi, aveva l'audacia di mettere in campo ciò che pensava, vedeva e sentiva.

Pelé l'ha definito il giocatore più intelligente della storia del calcio brasiliano...

Anche Cruyff aveva la stessa opinione di mio marito, mi disse "Grazie a lui ho seguito la nazionale brasiliana con molto interesse. C'erano altri fenomeni in quella squadra del 1982, ma era lui a dare forma al tutto".

Com'era il Socrates giornalista?

Finita la carriera s'interessò a questa disciplina. Aveva uno sguardo differente legato al suo passato di calciatore. Non scriveva solo di calcio, ma legava il calcio al contesto umano che circondava l'atleta. Ricordo i pomeriggi a guardare le partite insieme a lui: abbassava il volume del televisore, metteva un disco dei Beatles, e guardava la partita anticipandomi cosa sarebbe successo in ogni azione. Sapeva cogliere la visione di gioco dell'allenatore e i comportamenti dei giocatori di entrambe le squadre.

Come ricordava l'esperienza della "Democrazia Corinthiana?

Le leggo un estratto del libro con le parole di Socrates stesso: "Quella fu una delle maggiori sfide che ho potuto affrontare nella mia vita professionale. Tutto nacque da una mia convinzione: i calciatori in Brasile non hanno alcuna consapevolezza della loro importanza sociale. Il primo passo fu quello di provare una discussione su cosa e come si sarebbe potuto fare. Che tipo di cambiamento vorremmo per migliorare i nostri rapporti di lavoro e incoraggiare la partecipazione di tutti alle decisioni collettive? Era necessario che la maggior parte riconoscesse che nel calcio il potere risiede nei calciatori e che se fossimo stati consapevoli avremmo potuto esercitarlo. Questo potere, invece, è spesso soggetto ad interferenze e limitazioni. Quindi rendendolo palpabile al nostro gruppo abbiamo avuto la possibilità di prenderlo nelle nostre mani".

 Un suo desiderio fu questo: "Vorrei morire di domenica, il giorno in cui il Corinthians vince il titolo". Andò davvero così. Socrates morì il 4 dicembre 2011. Una domenica, proprio nel giorno in cui il Corinthians vinse il quinto titolo di campione del Brasile. E migliaia di tifosi del Corinthians, dopo la fine della partita, si ritrovarono sulla sua tomba a rendere omaggio a questo "calciatore filosofo".

mercoledì 2 dicembre 2020

Forza Mister, torna presto!

 


La fortuna è cieca, ma la sfida ci vede benissimo. Inizia sicuramente male l'avventura in viola per mister Cesare Prandelli, due sconfitte in campionato, appena alleviate dal passaggio del turno in Coppa Italia, e la considerazione di aver trovato una squadra in grossa difficoltà.

A ciò si aggiunge oggi la pessima notizia della positività al Covid 19 di Prandelli. Il tecnico è asintomatico e gli auguriamo di tornare presto a poter dirigere gli allenamenti. Una situazione sicuramente complicata quella viola. In un momento così delicato perdere il tecnico è una notizia che proprio non ci voleva.

Prandelli dovrà a seguire a distanza il lavoro dei giocatori e sarà Pin a fare da tramite. Una modalità di lavoro che speriamo non infici ulteriormente sul rendimento della squadra, che in un momento così tempestoso aveva bisogno di un punto fermo.

Un forza Cesare e torna più forte che mai!

martedì 1 dicembre 2020

Tutti in discussione!


 Questa Fiorentina è in palese difficoltà. Tutti sono chiamati a metterci la faccia e prendersi le proprie responsabilità. Da Commisso che ci mette passione e soldi, ma che forse non si fida troppo dei suoi uomini e a volte appare come un uomo solo al comando; a Barone e Pradè che hanno costruito questa squadra, ma che avevano in mente un'altra guida tecnica già dall'estate. Infine i giocatori, che sono i più responsabili coloro che vanno in campo.

Se Barone è uomo di fiducia e di famiglia di Commisso, nuvole minacciose si avvicinano sul futuro di Pradè. Il dirigente romano ha il contratto in scadenza a giugno e sicuramente la sua posizione sarà valutata molto attentamente. Commisso ha sempre dichiarato che lui offre grande fiducia ai suoi dipendenti, ma le squadre allestite in questi venti mesi e i denari spesi per allestirle, qualche pensiero stanno insinuando nella mente del tycoon americano.

Una squadra che ha il settimo monte ingaggi, con operazioni molto onerose che non stanno dando i frutti sperati: Lirola, Duncan, Pulgar tra gli altri; stipendi che hanno fatto balzare il tetto alla voce ingaggi come quelli di Ribery, Callejon e Bonaventura che dovevano apportare carisma e tecnica al momento sono buchi neri nella gestione tecnica.

Il prossimo mercato probabilmente sarà quello delle decisioni definitive, sarà da fare ordine per non trovarsi a fare analisi insperate e catastrofiche.

La stagione è iniziata male e deve trovare una svolta rapida, tutti sono chiamati a dare risposte immediate.

"Italiano, così non va!": l'opinione di Grassia

Filippo Grassia decano del giornalismo sportivo italiano e curatore della popolare rubrica di Rai Radio 1 “La moviola? Guardiamola alla radi...