Oggi abbiamo avuto il piacere d'intervistare
Filippo Grassia, una delle penne
più importanti del giornalismo sportivo italiano e scrittore, voce storica su
Radio Uno della rubrica "La moviola? Guardiamola alla radio". Con Grassia, che
ringraziamo per la cortesia con cui ha dialogato con noi, abbiamo parlato di
Fiorentina, squadra per cui il nostro interlocutore nutre una passione
giovanile.
Come spiega le difficoltà della Fiorentina nonostante l'entusiasmo e
gli investimenti della famiglia Commisso?
Io credo che questo investimento, come
ho detto e scritto altrove, sul Viola Park è un fattore importantissimo di
crescita. Al di là dell'aspetto tecnico, a me piace il concetto di aggregazione
delle varie squadre, ma sarà luogo d'incontro anche per i tifosi. Se non si
capisce questo si rimane sempre nel medioevo del calcio. Legato a questo c'è il
problema dello stadio. Per fare un esempio, Inter e Milan ogni anno senza lo
stadio perdono dai 50 ai 60 milioni di ricavi rispetto ai Top Club europei. Oggi
il problema è mitigato purtroppo a causa della pandemia Covid che ha reso un
problema comune quello dei mancati incassi. Un problema che speriamo di superare
presto e che la gente possa tornare allo stadio. Il fatto è che se non hai uno
stadio di tua proprietà, costruito in maniera moderna e ospitale, la gente non
ti segue. L'esempio della Juventus è sotto gli occhi di tutti, pur avendo uno
stadio bello ma non grandissimo: l'Allianz è sempre pieno ed è un'arma in più. E
a Firenze sul tema stadio, cosa succede? Sono sincero: non capisco come a
Firenze, ma anche le altre grandi città, Milano e Roma per citarne due, si
possano permettere il lusso di dire no alla costruzione di nuovi stadi, che
darebbero oltre mille nuovi posti di lavoro. A Londra è stato abbattuto
Wembley... Qui in Italia si tengono in vita stadi di 80-90 anni. Allora capisco
le scale elicoidali... la Torre di Maratona... ma se Commisso se ne va altrove,
che se ne fa il Comune di un impianto senza la Fiorentina? Sotto il profilo
burocratico l'Italia è un po' indietro e per certi aspetti un po' populista.
Ripeto: sono convinto che quest tipi di investimento, centro sportivo e stadio,
sono alla base di una grande squadra!
Un'opinione sul mercato?
Una volta capiti
gli investimenti sulle strutture, bisogna prendere i giocatori giusti. Se
pensiamo al mercato invernale del 2020 con l'arrivo di Duncan, Cutrone, Agudelo
e altri per un investimento di circa 70 milioni di euro e poi rinnegato c'è da
chiedersi il perché di troppi errori. Sono dell'idea che non sono necessari
tanti acquisti, ad ogni sessione ne bastano due, ma giusti. E poi basta con i
vecchi, giocatori a fine corsa. Se ti va bene con Caceres o, comunque, con
Ribery, giocatori come Borja Valero e Callejon non devono essere più acquistati.
Bisogna puntare sui giovani e possibilmente italiani, è necessario creare uno
zoccolo duro italiano. Mi chiedo che senso ha cambiare Ceccherini per Igor? Sul
mercato un mio pallino è Torreira, farei uno sforzo su di lui, sarebbe il
giocatore giusto per liberare nel centrocampo Ambarat e Castrovilli.
Altre idee
sul mercato?
Un'altra idea è quella di cercare difensori per tornare alla difesa
a quattro. La difesa a tre continua a crearci troppi problemi sugli esterni,
subiamo troppi gol e non segniamo mai. L'attacco è deludente, lo stesso Kouamè
non si capisce di che pasta sia, lo stesso Kokorin che è arrivato ora, la sua
carriera non segna dati da bomber particolari. Se penso che avremmo potuto avere
in attacco la coppia Muriel-Vlahovic i rimpianti aumentano, come per tutti i
giocatori ceduti negli ultimi anni: da Salah che poteva essere riscattato per 16
milioni a Ilicic non capito dai tecnici viola, da Veretout allo stesso Rebic,
che sta dimostrando di avere carattere. Valore che a questa squadra manca in
alcuni elementi.
Le chiedo di Prandelli: ha fatto bene a tornare?
Prandelli è un
amico, nel suo primo ciclo ha fatto molto bene portando quattro volte la
Fiorentina in zona Champions nonostante la rosa non fosse di altissimo livello.
Anche in Nazionale fece bene tra il secondo posto all'Europeo e il terzo in
Confederations Cup, al Mondiale in Brasile non fu aiutato nella gestione di un
gruppo che comprendeva alcune teste calde. Oggi faccio fatica a giudicarlo, ma a
me sembra in difficoltà: lo vedo tirato, non troppo sereno. Forse prendendo la
squadra in corsa non la sente troppo sua, se pensiamo che ha provato a proporre
la difesa a quattro che poi è stata rigettata. Una squadra costruita male che
propone tanti cross ma poi in area non c'è nessuno. Nell'ultima gara Prandelli
ha provato a dar peso con Kouamè, ma ha sguarnito il centrocampo: ne è derivato
che con l'Inter sembravano due squadre di diversa categoria nella ripresa.
Quale
futuro per Cesare?
Sul futuro sento tanti nomi: Gattuso se rimane Pradè non
viene. Un altro nome è Sarri, che forse sarebbe il massimo, ma l'ex tecnico
bianconero vorrebbe portare con sè Giuntoli. Prandelli sarei felice se
rimanesse, potrebbe fare il coordinatore di tutte le squadre viola, anche di
quella femminile. Ma il piano di lavoro dovrebbe esser condiviso con il nuovo
tecnico. Prandelli e Sarri la vedono alla stessa maniera?
Un ultimo pensiero?
Mi
duole dirlo ma sono molto preoccupato: da 6 anni la Fiorentina peggiora ogni
anno la propria classifica. Se controlli le ultime 6 stagioni alla 22a giornata,
questa è la Fiorentina peggiore: qui si rischia la Serie B. Lo dico con
schiettezza e timore. Negli ultimi anni sono diminuiti via via gli investimenti
con la perdita ogni anno di giocatori importanti. Però al tempo stesso sono
fiducioso, il primo passo di Commisso è buono: alla base di una grande squadra
c'è una grande struttura sportiva e il Viola Park ne sarà testimone.